E’ stato come uno strappo. Un graffio profondo di quelli che cominciano a bruciare solo quando ormai sono passate ore e non ricordi nemmeno come ti sei ferito. Perché in quel momento eri distratta da altro, da emozioni forti , nuove, vive. Ma la lacerazione resta lì pronta, presente ma distratta, perché soffocata dalla novità, fino a quando lo spirito del nuovo vento ti porta a voltarti indietro e scopri che l’indietro in realtà è sempre stato con te. Ti ha accompagnato in silenzio, paziente. Ti è rimasto accanto attendendo il tuo ritorno anche con un pochino di tristezza. Ti rendi conto all’improvviso di aver lasciato qualcosa in sospeso ed il sospeso è molto peggio del rimpianto, perché il rimpianto si riassorbe, si calcifica, si dimentica. Il sospeso rimane sospeso. Non si aggiusterà, non si evolverà, non cambierà mai. Lascerà per sempre nel tuo cuore e nel tuo cervello quella sensazione di incompiuto che racconta l’impossibile.